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Il cosmopolitismo, nell'universo giuridico, è rara avis. Tanto le norme positive, quanto le teorie giuridiche su esse costruite, infatti, sono ancor oggi tipicamente condizionate dalla perdurante nazionalità di tanta parte del diritto e delle lingue che lo veicolano. A dispetto di tali ostacoli, il principio di proporzionalità parrebbe riuscito più d'ogni altro nell'impresa d'imporsi a livello pressoché "globale" come un imprescindibile medium tra la libertà individuale e i contrapposti interessi della collettività. La vertiginosa e apparentemente inarrestabile "carriera internazionale" del principio di proporzionalità, tuttavia, ha portato spesso anche a fraintendimenti, involuzioni e talora ad autentiche distorsioni della sua natura concettuale e giuridica. Del resto, come qui ricorda Markus Heintzen, questo parrebbe sovente l'inevitabile prezzo da pagare quando si vogliano trarre a tutti i costi esiti originali da un costrutto giuridico le cui radici affondano ancora saldamente nel Polizeirecht prussiano del XIX secolo...